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11 settembre 2013: TRE QUESTIONI DI QUESTA FASE
Intervento dell'On. Maino Marchi




Tre questioni sono in questi giorni al centro del lavoro parlamentare.






La prima è la questione del DL su cassa integrazione, esodati e IMU. Sui primi due problemi i provvedimenti assunti vanno nella direzione richiesta dal PD, sono dei passi avanti anche se ben lontani dall’essere esaustivi.






Sull’IMU si è raggiunto un compromesso. La previsione della service tax (come nuova imposta comunale che assorbe la tassa sui rifiuti e, per i servizi comunali relativi a tutta la popolazione, sostituisce l’IMU prima casa con un’impronta che ha base patrimoniale e residenziale sugli abitanti del singolo comune) corrisponde in gran parte ad una proposta del PD dell’ottobre 2010. E’ evidente che da allora la situazione economica si è aggravata e sarebbe stato opportuno un contributo da parte dei proprietari delle prime case di maggior valore  (non le ville che comunque pagano). Così non è stato, ma andrà verificato se ce lo possiamo permettere. Oltre a non essere giusto a nostro avviso (qui sta il compromesso) bisogna capire come effettivamente si chiuderà il 2013 rispetto ad ulteriori bisogni per cassa integrazione, questione aumento di un punto dell’IVA, bilanci comunali, seconda rata IMU prima casa (che si prevede non venga pagata). Aggiungo che vi sono altri aspetti positivi da sottolineare: equiparazione alloggi ex IACP e cooperative a proprietà indivisa alle prime case, rifinanziamento fondo per il sostegno all’affitto che era stato azzerato, interventi della Cassa Depositi e Prestiti per i mutui casa per giovani coppie.






La seconda è l’approvazione in seconda lettura alla Camera (la prima è avvenuta al Senato e ne occorrono quattro) del disegno di legge costituzionale “Istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali”. Una procedura per fare quelle riforme, come il superamento del bicameralismo perfetto e la riduzione dei parlamentari, di cui si parla da 30 anni e che si pone l’obiettivo di fare in 18 mesi, compresa la conseguente riforma elettorale, fermo restando che il superamento del porcellum va fatto subito e la procedura si è avviata al Senato.






Siamo accusati di voler stravolgere con questa procedura la Costituzione e l’art. 138 che regola la revisione costituzionale. A nostro avviso non è così. Il procedimento di revisione costituzionale approvato è nel solco dell’art.138, che si basa su tre pilastri, tutti confermati e uno rafforzato.






Primo pilastro: l’approvazione dei disegni di legge costituzionali e dei disegni di legge di revisione costituzionale con due successive deliberazioni delle Camere. Viene confermato.






Secondo pilastro: l’approvazione a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera e a maggioranza dei due terzi (quest’ultima permette di evitare il referendum confermativo). Viene confermato.






Terzo pilastro: la possibilità di sottoporre a referendum popolare ciò che risulta dal procedimento di revisione costituzionale nelle due Camere. Non solo viene confermato, ma viene estesa la possibilità di richiederlo anche se la revisione costituzionale è approvata con il voto favorevole dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera.






La terza questione, che però è quella su cui maggiormente si concentra l’attenzione pubblica, è quella della decadenza di Berlusconi.






La posizione del PD è chiara. La legge è uguale per tutti. Le sentenze si applicano. La legge Severino è costituzionale e si è approvata per darvi attuazione da subito, non fra otto o dieci anni, perché la corruzione è un gravissimo problema del nostro Paese.






Su questi aspetti di principio non si può transigere e non si può accettare nessun ricatto sul Governo.
Le motivazioni per cui si è dato vita al Governo Letta persistono tutte, ma fra queste non c’è mai la soluzione dei problemi giudiziari di Berlusconi.






Pertanto se il PdL deciderà di far cadere il Governo perché il PD opera per dare attuazione alle leggi senza eccezione per nessuno, la responsabilità sarà totalmente sua, del PdL, e dovrà assumersene tutta la responsabilità.






 





On. MainoMarchi






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