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CIAO OTELLO

17 aprile 2018

Pubblicato in: Attualità


REGGIO EMILIA, 17 APRILE

Con Otello Montanari ci siamo sentiti l’ultima volta a fine anno, mi aveva telefonato mentre ero in stazione a Napoli in attesa del treno per rientrare a Reggio Emilia.
Una telefonata in cui, come spesso accadeva, aveva parlato solo lui: voleva condividere con me le preoccupazioni per la dinamica politica nazionale.
Poi, ancora una volta, mi aveva manifestato la sua stima e il suo sostegno: “Andrea Costa sei una brava persona, vai avanti così”.
Non so perché me ne avesse fatto tributo e non so se meritassi quella stima, di sicuro ho fatto di tutto per conservarla.
Otello era una persona vera, di quelle che hanno le proprie idee e che non hanno paura a manifestarle.
Un testimone ed un protagonista della nostra storia, quella locale ma anche quella con la ‘S’ maiuscola: quella dell’Italia dell’abisso fascista e poi della rinascita repubblicana e democratica.
Non scriverò della sua biografia – so per certo che non mancheranno scritti in tal senso e a cura di chi è sicuramente più preciso e puntuale di me - scriverò invece di un episodio che ho vissuto in relazione con lui e con un altro straordinario personaggio della nostra terra, Giacomo Notari.
Ne parlo perché quella volta fui protagonista insieme a loro di un episodio, di ‘una bella cosa’, di quelle che ti fanno andare a letto con il sorriso e riconoscenza.
Tra Otello e Giacomo si era creato un contenzioso – che non ripercorro perché non ha senso e non serve - una divisione che due persone così nobili e importanti non meritavano di vivere.
Purtroppo, come spesso accade, quando un sasso inizia a rotolare si fatica ad arrestarlo e, anzi, rischia di diventare qualcosa di più importante.
E’ così che nel febbraio del 2016 erano entrambi in Tribunale a Mantova in attesa che un giudice si pronunciasse su quel contenzioso.
E’ lì che li ho raggiunti, in attesa in corridoio davanti alla porta dell’ufficio del magistrato.
Ci siamo parlati.
Sono bastati pochi minuti e in tutti si è affermata la convinzione che non toccasse ad un giudice chiudere un contenzioso tra due figure così straordinarie.
Ho bussato alla porta, il giudice ci ha fatto entrare, abbiamo spiegato che Otello e Giacomo avevano trovato insieme la strada per chiudere quella vicenda e abbiamo lasciato il Tribunale.
Li ho guardati salutarsi.
Lì ho visto la storia di Reggio, la fierezza degli ideali, l’enormità della passione per la libertà e la democrazia, l’inesauribile senso della responsabilità civile.
Ho riconosciuto in loro tanto di quello che ho imparato ad essere.
Addio indomabile, caro amico

 

Andrea Costa
segretario provinciale PD
Reggio Emilia

 

 



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