Reggio Emilia, 23 ott. - "La mozione presentata in Consiglio comunale per l'istituzione del registro dei progetti di vita delle persone fragili può rappresentare un passo in avanti nelle politiche e nelle azioni di tutela e di assistenza che hanno come destinatari le persone con disabilità, ma anche tutti coloro che si trovano in una situazione di fragilità". Lo dichiara, in una nota, la deputata reggiana del Pd, Vanna Iori. "Dopo la legge sul Dopo di noi, voluta fortemente dal Partito democratico e che ha una importante valenza nazionale, Reggio Emilia si pone ora come apripista di un progetto pilota che può essere preso come esempio e punto di riferimento da altre città e Regioni", aggiunge la deputata del Pd. "La legge sul Dopo di noi ha tracciato un solco importante, quello della possibilità dell'autodeterminazione per le persone fragili, introducendo uno strumento di grande importanza, il trust e l'amministratore di sostegno: la possibilità, cioè, per i genitori di trasferire i beni, mobili e immobili, ai propri figli, potendo usufruire di sgravi fiscali. Si apre quindi alle persone in condizione di fragilità la possibilità di godere di beni che sono loro cari, a iniziare dalla propria abitazione, oppure di essere ospitati in case-famiglia o comunque in gruppi appartamento che consentano una cura individualizzata delle persone", sottolinea Iori. "La mozione rappresenta un naturale proseguimento del percorso tracciato in Parlamento: il progetto di vita, infatti, è un documento che afferma l'importanza di dare ascolto a bisogni, desiderata e aspirazione delle persone fragili in modo da tutelare la loro volontà - quando si ritroveranno soli per la scomparsa dei genitori o dei familiari. Ciò significa che è sempre possibile, ed è anzi un fondamentale compito politico, individuare in qualunque situazione (anche apparentemente priva di prospettive) la possibilità per un progetto. Nella prassi quotidiana dell'aver cura, spesso vissuta nelle penombre dove si accompagnano i percorsi esistenziali dei soggetti con disabilità gravi, occorre non rinunciare a scoprire in queste persone una possibilità esistenziale, anche oltre ogni apparenza contraria.", prosegue. "Questa dimensione del progetto di vita va quindi sostenuta con coraggio e determinazione, tenendo ben presente l'importanza di coniugarne le due dimensioni della cura: quella medica del "to cure" con il "to care", prendersi cura, aver cura della persona e del suo progetto. In questo modo si offre alle persone fragili un'autentica opportunità di dignità esistenziale", conclude la deputata del Pd.