Home |  PD Reggio Emilia  |  Trasparenza  |  La rete dei Circoli  |  I nostri Eletti  |  Donne democratiche  |  Articoli  |  Materiali di Comunicazione  |  Link  |  Contatti  |
Feed RSS 
  venerdi 26 aprile 2024 Partito Democratico Reggio Emilia
| Tavoli Tematici | Dichiarazioni | Documenti | Ambiente | Enti Locali | Feste PD | Giustizia Sicurezza | Lavoro Economia | Scuola | Diritti solidarietà | Parlamentari | Cons.Regionali |
Inconclusione sociale Rom-Sinti. Silvia Prodi: indispensabile nuove politiche abitative, per la salute, l'istruzione e il lavoro

15 luglio 2015


Bologna, 15 luglio 2015 – «Costruire autonomia sociale e culturale allo scopo di abbattere barriere e stigmatizzazioni»: è il punto cruciale della legge "Norme per l'inclusione sociale di Rom e Sinti" approvata ieri, 14 luglio, dall'assemblea regionale dell'Emilia Romagna. Soddisfatta la consigliera Pd Silvia Prodi, convinta sostenitrice del progetto di legge che ha ottenuto il via libera con il voto favorevole dei consiglieri Pd, Sel e M5s. Contrari Ln, Fi e Fdi.
«La nuova legge punta alla chiusura dei campi nomadi di grandi dimensioni, con lo stanziamento di 700 mila euro per i Comuni come incentivo per il passaggio a microaree, e soprattutto all'avvio di una nuova strategia abitativa che parta dal riconoscimento della possibilità di vivere in habitat rispondenti alla tradizione e cultura in aree di unità familiari. Sono circa 2700 i Rom e i Sinti in Emilia Romagna, per il 95% di nazionalità italiana. In particolare a Reggio Emilia la comunità sinta vive da decine di anni e i residenti nel Comune capoluogo sono circa 850, il più consistente gruppo in regione. Quasi tutti sono ormai stanziali e anche quelli che ancora si spostano restano sul territorio circa metà dell’anno (periodo scolastico). I Rom sono circa un centinaio e provengono tutti dalla Romania. Sono presenti in modo ormai semistabile sul territorio da circa una quindicina di anni.
Oggi abbiamo la volontà e siamo in grado di offrire soluzioni che possano realmente favorire l'emancipazione e garantire pieni diritti sociali alle comunità sinte e rom. Le politiche sviluppate dai nostri territori negli anni hanno fatto fronte all’esigenza di risolvere condizioni critiche materiali passando da emergenza a scelte strutturali. Se i campi nomadi diedero una prima risposta, nel tempo sono diventati luoghi conflittuali e ghettizzanti. Gli spazi esigui hanno favorito l'uscita da queste aree per i nuclei che nel tempo sono riusciti ad acquistare aree private.
Risiedere in un terreno privato rappresenta infatti per queste comunità una valida alternativa al campo perché consente di vivere con la proprio famiglia allargata in aree maggiormente curate e accoglienti. Una possibilità percepita sia come un traguardo di emancipazione sociale sia come manifestazione di benessere economico e garanzia di vita familiare più tutelata.
Dalla letteratura nazionale e internazionale sulle comunità sinte e rom emergono secoli di difficoltà e discriminazioni, di incomprensioni e pregiudizi. È inoltre sotto gli occhi di tutti come queste popolazioni siano bersaglio di campagne diffamatorie espressione di nuovi estremismi che fomentano pregiudizi e xenofobia.
Possiamo anche ricordare il prezzo pagato da queste etnie durante la seconda guerra mondiale, ma più concretamente diciamo che la condizione di vita di un minore rom o sinto nel nostro Paese è fortemente condizionata dal contesto abitativo, che segna profondamente il suo presente e orienta il corso del suo futuro.
Sono i numeri a condannare la sua esistenza sin dalla nascita. Avrà possibilità prossime allo zero di accedere a un percorso universitario, mentre le chance di frequentare le scuole superiori non supereranno l'1% (in 1 caso su 5 non inizierà mai il percorso scolastico, dato nazionale). Soprattutto in tenera età avrà fino a 60 volte la probabilità – rispetto a un coetaneo non rom – di essere segnalato dal Servizio sociale e di entrare a contatto con il sistema italiano di protezione dei minori. La sua aspettativa di vita risulterà mediamente più bassa di circa 10 anni rispetto al resto della popolazione, mentre da maggiorenne avrà 7 possibilità su 10 di sentirsi discriminato a causa della propria etnia.
Inoltre, secondo i dati diffusi nel 2014 dal PeW Research Centre, istituto di ricerca americano che ha indagato l’entità dei sentimenti antizigani in 7 Paesi europei (Italia, Regno Unito, Germania, Spagna, Francia, Grecia e Polonia), il nostro Paese conquista il primato del pregiudizio: in Italia l’85% degli interpellati ha espresso un’opinione indistintamente negativa riguardo ai rom (per esempio in Spagna, dove si trova il maggior numero di comunità rom, solo il 41% ha opinione negativa).
La legge per l'inclusione sociale di Rom e Sinti fissa inoltre i principi e gli obiettivi della tutela della salute, ribadendo la garanzia di accesso alle prestazioni sanitarie previste per tutti i cittadini, e definisce principi e obiettivi in tema di istruzione, lavoro e formazione professionale. E ancora, fissa le regole generali della parità di accesso a tutti i livelli educativi, scolastici e della formazione, dei servizi e delle politiche attive per il lavoro. Sappiamo infatti che se la soluzione abitativa è condizione necessaria per costruire un percorso credibile di inclusione sociale, altre azioni devono essere affiancate per incidere effettivamente sulle relazioni sociali e sui diritti, in primis l’istruzione, unico strumento di affrancamento per uscire da spirali passive, promuovendo una progressiva acquisizione di consapevolezza, senza rinnegare storia e cultura propri. Dall’acquisizione di conoscenza e competenze adeguate derivano infatti più parità, in particolare relativamente alla condizione femminile, più diritti, più opportunità.
Con questo atto, che lascia ai comuni la giusta capacità progettuale risolvendo i percorsi amministrativi la nostra regione si contraddistingue ancora una volta per la capacità di promuovere politiche aggiornate e coerenti le linee guida internazionali con una decisa spinta di progettazione concertata, confermandosi un modello sul piano nazionale in materia di inclusione. 



TAGS:
cons.regionali | 

Bookmark and Share





Girafeste: scopri tutte le feste del PD dell'Emilia-Romagna

Agenda Appuntamenti
Ricerca nel sito
»

scuola giustizia sicurezza diritti e solidarietà dichiarazioni feste pd parlamentari diritti solidarietà elezioni e primarie enti locali documenti elettorale cons.regionali lavoro economia elezioni feste feste del pd lavoro lavoro e economia ambiente
Rassegna stampa
Il PD di Reggio Emilia su Facebook
 Partito Democratico Reggio Emilia - Via M.K. Gandhi 22 - 42123 Reggio Emilia - Tel: 0522-237901 - Fax: 0522-2379200 - C.F. 91141410356  - Privacy Policy

Il sito web di PD Reggio Emilia non utilizza cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie strettamente necessari per la navigazione delle pagine e di terze parti legati alla presenza dei "social plugin". Per saperne di più Accetto