Roma, 14 giu. - "In soli tre giorni si sono verificati due gravi episodi, con disordini e tentativi di suicidio, in due ospedali pschiatrici giudiziari del nostro Paese: che il processo di chiusura degli opg, avviato il 31 marzo scorso, non sarebbe stato immediato e omogeneo in tutte le strutture era facilmente prevedibile, ma non sono accettabili battute d'arresto in questo indispensabile processo".
Lo dichiara, in una nota, la deputata del Pd e membro della commissione Giustizia della Camera, Vanna Iori.
"Tra impedimenti di natura burocratica e sanitaria, tra i pregiudizi sociali persistenti e l'incuranza verso queste esistenze a perdere, il superamento degli opg risulta ancora incompleto: occorre accelerare per arrivare quanto prima alla chiusura in modo da trasferire gli internati nelle nuove strutture, le Rems, che devono configurarsi come luoghi di recupero e non di abbandono", aggiunge Iori.
"In tal senso ritengo fondamentale intensificare i controlli negli opg che sono ancora attivi e nelle Rems di nuova apertura, così come nelle strutture di passaggio: per facilitare il processo di chiusura è inoltre necessario affiancare alle Rems delle reti territoriali che consentano la realizzazione di misure alternative alla detenzione, attraverso la partecipazione di strutture socio-sanitarie, cooperative sociali, case-famiglia, associazioni di avvocati e familiari degli internati", sottolinea la deputata del Pd.
"Gli opg vanno superati non solo in termini di chiusura delle strutture, ma anche e soprattutto sul fronte dello stigma relativo alla malattia mentale: l'internato è una persona da riabilitare, fisicamente e psicologicamente, ma anche socialmente, e non un oggetto abbandonato a se stesso. La vera sfida sta nel conseguire questo cambio di passo di civiltà difficile ma necessario", conclude Iori.