Mario Lodi è morto nella sua Piadena a 92 anni. L’Italia perde una delle più grandi figure di maestro democratico. Un semplice maestro di campagna che ha dato uno straordinario contributo alla cultura pedagogica e alla democrazia. Un testimone. Una conferma che l’educazione è sempre politica.
Insegnante, scrittore, studioso, Lodi ha aderito da sempre al MCE (Movimento di Cooperazione educativa), ma ha collaborato anche con il cattolicesimo militante e Don Milani, soggiornando a Barbiana e confrontandosi con quella esperienza unica di cui ebbe a dire:”Mentre noi dell’MCE costruivamo la nostra scuola sulla base della Costituzione, lui applicava la Costituzione nella scuola. Allora mi è venuto spontaneo pensare ‘siamo sullo stesso piano, abbiamo lo stesso fine’.”
Autore di numerosi romanzi, tra cui il notissimo Cipì tradotto in tante lingue, ci ha lasciato tanti libri che hanno aiutato a crescere professionalmente generazione di maestri: da Il paese sbagliato a Cominciare dal bambino.
Insignito di numerosi premi, ha continuato a scrivere tutta la vita su quei diritti di scegliere, di parlare e di pensare per contrastare le ingiustizie e far crescere le coscienze. Tutto il suo lavoro si fonda sulla democrazia insegnata, teorizzata e praticata nel rapporto con i bambini attraverso l’ascolto e il dialogo con l’altro da sé, poiché, egli scrive, “il dialogo continuo, l’entrare in comunicazione con gli altri è la base naturale, l’abc della democrazia”.
Maestro e allievo si pongono su un piano di parità. Ma non si tratta di pseudoegualitarismo, bensì di una chiara assunzione del rapporto educativo dove il maestro non rinuncia al suo ruolo di guida. La asimmetria di contenuti e di esperienza si fonda sempre su una simmetria umana e esistenziale. Il maestro sa di più (magister deriva proprio da magis = di più), ma non è di più. Il rispetto, fondamento della democrazia e delle relazioni educative, consente lo sviluppo della creatività tanto cara a Lodi che fonda “La casa delle arti e del gioco”.
Questa democrazia praticata è la sua forza educativa: “non si fanno lezioni sulla libertà e la democrazia”. Questi valori si vivono ogni giorno. Nella vecchia scuola tutto sembra predisposto per scoraggiare a pensare […]La creatività fa cambiare le cose e per questo non piace ai conservatori; piace invece a chi ama il rinnovamento, a chi parte da ciò che non va nel presente per costruire un futuro diverso. Grazie Mario Lodi!
Vanna Iori