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Dichiarazioni di voto dell'On Maino Marchi sulla questione di fiducia sul decreto del Fare

29 luglio 2013


Signor Presidente, colleghi deputati, rappresentanti del Governo, il Partito Democratico voterà a favore dell’approvazione del decreto-legge « del fare », un decreto-legge per la crescita della nostra economia. Il nostro sarà un voto favorevole per le misure contenute nel decreto-legge, per il contesto di provvedimenti del Governo in cui questo decreto si inserisce, e anche per le modalità con cui è avvenuto il confronto parlamentare, rigorosamente rispettoso della Costituzione e dei Regolamenti parlamentari. Parto da quest’ultimo aspetto. Veniamo da giorni in cui il MoVimento 5 Stelle... non vogliamo chiamarlo ostruzionismo ? Allora, diciamo che ha utilizzato tutti gli strumenti parlamentari per ritardare il più possibile l’approvazione del decreto-legge. Un atteggiamento non condivisibile né per il merito di questo decreto, né per come si è svolto il confronto, né per la questione per cui si vuole evitare che il Parlamento possa decidere nei prossimi giorni. Ciò che ha approvato il Senato, e ora è all’esame della Camera, per le procedure di approvazione di riforme costituzionali, non è un colpo di Stato o un attentato alla Costituzione. È pienamente nel solco dei principi di fondo dell’articolo 138 della Costituzione per affrontare i problemi di funzionamento delle istituzioni di cui si sente l’esigenza di innovazione da più di vent’anni. Un testo approvato sulla base di mozioni approvate dal Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ma di questo parleremo quando quella legge costituzionale sarà all’esame di quest’Aula. Così come non è un colpo di Stato la posizione della questione di fiducia da parte del Governo. Nella scorsa legislatura, quando il Partito Democratico era all’opposizione, eravamo noi a sfidare il Governo Berlusconi proponendo di ridurre a poche decine i nostri emendamenti sui singoli provvedimenti purché il Governo non mettesse la fiducia. Il Governo la metteva ugualmente perché, a nostro avviso, temeva che uno o due emendamenti venissero approvati nonostante la larga maggioranza di cui, almeno all’inizio della legislatura, disponeva sulla carta. Ora è avvenuto invece che è stato il Governo a proporre all’opposizione di ridurre gli emendamenti, non a 8 o a 2, ma quasi a un centinaio. A quelle condizioni non avrebbe messo la fiducia. E voi, colleghi del MoVimento 5 Stelle, avete rifiutato, perdendo un’occasione e dimostrando di assumere atteggiamenti solo demagogici. Non si può dire « o ci accogliete un tot di emendamenti, o ne manteniamo centinaia » ! L’esito su ogni emendamento non può che essere il frutto del confronto parlamentare perché la maggioranza è responsabile di tutto il provvedimento, non di una sola parte, anche dei 22, non 1, ma 22 emendamenti proposti dal MoVimento 5 Stelle e approvati in Commissione e anche, ad esempio, di quella parte sul DURT, emendamento del MoVimento 5 Stelle, accolto dal Governo, dai relatori e poi dalla maggioranza, che è un’ulteriore complicazione per le imprese, e che ora anche il vostro leader disconosce. Spero che il Senato cancelli questa norma perché in effetti è sbagliata. Sul confronto in Commissione certo abbiamo avuto tempi stretti, ma tutti gli emendamenti segnalati dai gruppi sono stati esaminati e votati, votati più che regolarmente. La maggioranza era sempre presente in numero sufficiente, certo non si può chiedere alla maggioranza di votare a favore di ciò che non condivide. Quindi non si raccontino favole sul lavoro in Commissione e sulle mani alzate. Detto questo del confronto parlamentare, il nostro voto favorevole è motivato dal contesto e dal merito del provvedimento. Il Governo ha portato avanti con coerenza in questi mesi il programma con cui si è presentato alle Camere, sia per le riforme costituzionali e la riforma della politica, sia per affrontare la crisi economica e sociale. Cosa ha fatto e proposto il Governo sulla crisi ? Il decreto-legge sui pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione verso le imprese, il decreto legge sul rifinanziamento della cassa integrazione, la sospensione del pagamento IMU sulla prima casa per la prima rata in attesa di una sua riforma – di una riforma dell’IMU –, il decreto-legge sulle detrazioni fiscali per gli interventi di ristrutturazione edilizia e di efficienza energetica degli edifici, quello per i problemi dell’ILVA, quello per l’occupazione e per non far scattare il punto in più dell’IVA e questo decreto-legge. E contestualmente un’azione in Europa per far cambiare le sue politiche, perché operi concretamente per lo sviluppo, la crescita, l’occupazione, il lavoro. E vengo a questo decreto-legge. Un decreto-legge che insieme ad alcuni dei provvedimenti che ho richiamato, è anche una concreta ripresa di politiche indu- striali che non si vedevano più dal Governo Prodi. Non voglio richiamare qui le tante semplificazioni vere e immediate che non hanno bisogno di altri provvedimenti di attuazione e che sono un elemento fondamentale di questo provvedimento, né voglio soffermarmi sulla riforma di parti rilevanti della giustizia civile, una questione fondamentale per la competitività del Paese. Su questi aspetti, semplificazione e giustizia civile, voglio però sottolineare che molte modifiche apportate all’originario decreto-legge, tante, a dimostrazione che non era blindato, sono avvenute sulla base del lavoro delle Commissioni di merito. Sostanzialmente è stato coinvolto tutto il Parlamento, altro che dittatura del Governo. Molte proposte delle Commissioni sono state accolte, per altre si vedrà nei prossimi provvedimenti. Voglio qui però sottolineare ancora una volta le misure per la crescita, sostegno alle imprese, miglioramento dell’accesso al Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, potenziamento del Fondo centrale di garanzia, riattivazione della legge Sabatini per i finanziamenti a tasso agevolato, per l’acquisto dei macchinari, impianti e attrezzature, rifinanziamento dei contratti di sviluppo, maggiore liberalizzazione nel settore energetico per gas e carburanti, riduzione dei costi in bolletta, riduzione dell’accisa sul gasolio da serra, rafforzamento della cooperazione allo sviluppo e all’internazionalizzazione, misure per l’accelerazione nell’utilizzo dei fondi europei, Agenda digitale e diffusione delle tecnologie digitali, misure per i porti e la nautica. E poi le infrastrutture: si opera su due versanti, il migliore utilizzo delle risorse pubbliche, utilizzando al meglio quelle già stanziate per opere immediatamente cantierabili, immettendo risorse nuove soprattutto per l’edilizia scolastica e per i piccoli comuni e poi creando condizioni più favorevoli per fare più opere in partenariato con il privato; a questo serve la defiscalizzazione, per opere utili, secondo noi indispensabili per il Paese. Ovviamente su ognuna il giudizio può essere specifico da parte delle forze politiche. E per la crescita sono fondamentali anche le misure contenute nel decreto per le l’università e la ricerca. Il decreto-legge è stato cambiato, migliorato dalle Commissioni di merito; non diciamo che è perfetto, auspico che il Senato possa riesaminare questioni come le pulizie nelle scuole, il DURT, da non confondere con il DURC, ed anche i tetti agli stipendi dei manager, ma il complesso dei cambiamenti è positivo e il Partito Democratico ha dato un contributo essenziale, sulla giustizia, sulle semplificazioni ambientali e urbanistiche, sulle infrastrutture, sull’università, sugli interventi per gli studenti capaci e meritevoli, sugli aspetti energetici compreso e il CIP 6 e gli inceneritori, cambiato grazie a noi – perché voi non l’avreste fatto cambiare per la vostra rigidità –, sulla disciplina per la cooperazione con altri Stati per i materiali di armamento prodotti dall’industria nazionale, sull’eliminazione del taglio alle risorse per le emittenti locali. Infine, voglio sottolineare un aspetto che rischia di passare troppo inosservato. Le semplificazioni relative a lavoro, fisco e appalti. Abbiamo migliorato il decretolegge sul versante della sicurezza del lavoro e sul DURC, tenendo insieme tutele, legalità e semplificazione, ma soprattutto abbiamo prodotto due grandi innovazioni. La prima è l’avvio del superamento del massimo ribasso negli appalti, partendo dagli aspetti relativi a lavoro e sicurezza. La seconda è la tracciabilità piena dei pagamenti IVA tra soggetti attivi e passivi. Non stiamo parlando di cosette, ma di elementi essenziali per la legalità, la concorrenza leale, la fedeltà fiscale. Ho richiamato aspetti che dimostrano che parlare del « decreto del fare » non è uno slogan, ma una cosa concreta. Qui c’è stato soltanto un fare finta di fare, quello del MoVimento 5 Stelle, che ha fatto finta di voler migliorare il provvedimento, ma ha scelto in quest’Aula l’unica modalità di azione parlamentare che impediva, di fatto, qualsiasi cambiamento (Applausi dei deputati del gruppo del Partito Democratico). Non è la prima volta, visto che a far finta di cambiare il MoVimento 5 Stelle è ormai un artista ed ha il brevetto della demagogia e delle provocazioni. Concludo, ribadendo il convinto voto del Partito Democratico a favore del decreto- legge « del fare » e delle misure che contiene per  il rilancio dell’economia.  






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